domenica, giugno 27

Il mistero delle caramelle scomparse

A casa della piccola Italia c'era una festa. Era il suo compleanno e mamma e papà avevano invitato tutti i bambini del vicinato. Una massa di ragazzini vispi, sempre a caccia di scorribande nel quartiere. Inarrestabili.
Papà Giuseppe aveva detto, finto spaventato: "Oddio Camilla, non saranno troppi?" e lei: "Lo penso pure io - e con voce consenziente di mamma che nonriesceanegarenienteallasuapiccolina - ma in fondo sono cresciuti insieme."
Quindi erano stati invitati proprio tutti.
La festa andava bene. Tutti si divertivano. Chi mangiava diqua, chi dillà, chi ballava, chi faceva il cascamorto con le bambine, chi giocava col lego, chi al dottore, chi alla guerra, chi con le parole, chi con le bambole. In tanti le pettinavano.
Ma soprattutto: Italia si divertiva. E Giuseppe e Camilla non chiedevano altro ad un festa.
Un improvviso temporale si scatenò sul giardino della casa di Italia. Tuoni, fulmini, pioggia-doccia. Chi scappava, chi urlava, chi si lamentava, chi piangeva, chi si riparava dentro casa. E proprio dentro casa, avvenne quello che potremmo definire il punto centrale di questa storia.
Alcuni ragazzini si erano rifugiati nello sfarzoso salotto, in fondo a destra. Erano tutti un po' giù di morale, ma ancora fiduciosi che la festa riprendesse. Magari era solo un temporale di passaggio, un'eccezione alle regole temporalesche.
Poi "stock", un black-out improvviso. Buio in sala. Risatine eccitate, lamenti trattenuti a stento, fruscii di cotone, puzza di cane bagnato - che al buio si sente meglio. Di nuovo "stock", torna la luce. Ci si guarda intorno spaesati.
"Dove sono le caramelle che erano sul tavolo?" chiede severo ed interrogativo Giuseppe.
I bambini si guardano accusandosi a vicenda con lo sguardo.
"Bambini, forza, avete già mangiato tanto, così avrete un'indigestione. Vuotate le tasche..."
A quel punto un bambino - Aldo ma potrebbe chiamarsi in tanti altri modi - si alza e dice con tono solenne: "Io sono innocente! Mi dispiace, vorrei tanto ma le tasche non ho proprio il tempo di vuotarle, devo continuare a giocare."
Che pensereste di un bambino così? Che ha qualcosa da nascondere.
E di un ministro? E di un presidente del consiglio?

1 commento:

Anonimo ha detto...

grazie per aver onorato il mio nome e quello di mio patre in questo bel racconto istruttivo.
Camilla (appunto)