venerdì, luglio 22

Il paesello metropolitano

Credo che sia giunto il momento di far risorgere sto blog. Dopo quasi un anno di saltuaria (saltuarissima, direi) attività. Certo, in prossimità delle ferie estive non è proprio una grande idea. Però esisterà sicuramente un modo per scrivere dal telefonino, no?
Cambia la linea editoriale? No. Non si può cambiare quello che non c'è. Fine dell'introduzione.

Io vengo dal sud, sono un terrone. Nel mio background culturale c'è il pettegolezzo della provincia. Ci sono le vecchie "ssittàte subba la porta" che si guardano intorno e parlano male del tale a del talaltro.
Da me tutti si conoscono, c'è sempre un conoscente che ti guarda, ti osserva, ti spia. Tutti sanno tutto di tutti.
Uno pensa: "me ne vado in una grande città, in una metropoli sarò nessuno". Errore.
Ci si ritrova sempre a scontrarsi con il solito problema: alla gente piace parlare. Male di solito.
Certo, è normale che si esprimano delle opinioni e dei commenti.
Ma la cosa che mi fa rodere sono i giudizi a priori, dati senza conoscere una persona. Basati su voci di conoscenti, sentito dire o, peggio, "a pelle". A pelle un cazzo.
Esiste anche una variante. Il cambio di opinione di comodo.
Esempio: fino a sei mesi fa il tizio X era uno stronzo, un pezzo di merda, un incompetente, una persona detestabile. Poi succede qualcosa. E diventa un santo, un profeta, la persona a cui affidare il proprio cuore.
Via, forza! Sediamoci in cerchio e cerchiamo un nuovo obiettivo per il nostro livore. E si badi bene, non entro nel merito: è la modalità che è una merda. Tutti con la bava alla bocca.
Almeno le vecchie di paese hanno la scusa di non avere una cultura e di essere vissute sempre nel loro piccolo mondo. Voi che scusa avete?

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