lunedì, marzo 21

Lama l'ama



Se Roma è la capitale d'Italia non è certo per caso.
Ogni aspetto di questa città è il fulgido esempio di un paese che lotta con tutte le sue forze per dimostrare di essere degno del più grande disprezzo.
Lo so che è come sparare sulla croce rossa ma va detto: a Roma è molto difficile svolgere anche i più elementari compiti del vivere civile. Dall'andare al supermercato a prendere un autobus, da cercare un asilo a buttare la spazzatura, sembra che sia in atto un piano molto ben congegnato per spingerti sull'orlo della carneficina.
È noto a tutti il susseguirsi di scandali, inchieste e reati che ormai fanno notizia giusto il tempo di un "sentito?" "Sì, che schifo" e poi ognuno ritorna alle proprie faccende. Proprio per questo il futuro sindaco avrà davvero un compito arduo ma può stare tranquillo: nessuno si aspetta che cambi niente. 

A Roma anche quando si mette in atto un minimo tentativo di far sembrare questa città degna del 2016, si trasforma in una farsa.
Qualche giorno fa compaiono le mini affissioni che annunciano l'arrivo del kit per la differenziata. Sorvolando sul fatto che erano così piccole e sparute che forse sono state notate solo da me e dalla mia compagna, esclusivamente perché ci nutriamo degli avvisi in burocratese antico che compaiono quasi ogni giorno in un condominio di vecchi gestito da vecchi, mi sembrava che finalmente si iniziasse a dare un senso allo smaltimento rifiuti.
Torno a casa e trovo sul pianerottolo il kit: wow che organizzazione.
Leggo attentamente il libretto delle istruzioni, molto chiaro e completo devo dire. Penso: ci vorrà un po' di pratica ma è un sistema ben congegnato. Non che sia una novità e credo che ci siano sicuramente città dove è fatto molto meglio, ma da qualche parte si deve iniziare.
Zinga mi suggerisce anche che potremmo aiutare i vecchi del palazzo a gestire la novità, organizzando dei corsi esplicativi. Mi sembra eccessivo e inutile ma è sinonimo che qualcosa in questa città si muove e quindi potremmo muoverci anche noi per dare una mano al cambiamento.
Finito di pranzare, svuoto le scorie nell'umido mi rendo conto che il sacchetto è pieno.

Lo prendo e improvvisamente parte "Wind of change".
Cambia la fotografia dell'ambiente: tutto è più soffuso e calzamagliato, io sono vestito con una tunica bianca e mi muovo a rallentatore. Apro la porta e trovo le scale piene di bambini, sempre vestiti di bianco, che ridono e applaudono. Un bambina di 4-5 anni bionda e profumata di primavera mi porge un fiore, mi fa inginocchiare e mi abbraccia sussurrandomi nell'orecchio "grazie signore buono che pensi la nostro futuro". Non riesco a trattenere la commozione e gli occhi mi si riempiono di lacrime. Calde, ovviamente.
Faccio le scale tra gli applausi e i baci lanciati ed esco nel cortile. Lì mi accorgo che ci sono gli Scorpions in persona che suonano live e il chitarrista mi lancia un plettro di legno, alzando in aria il pugno in segno di incoraggiamento.
Gli altri condomini sono affacciati alle finestre e soffiano bolle di sapone profumate che riempiono l'aria di mille colori. Io giro su me stesso rapito dalla bellezza della natura. Mi si avvicina una ragazza bella come il sole che sorge dalle acque nel sud della Corsica. Cavalca un cavallo bianco. La ragazza sorride amorevole mentre sento il cavallo sussurrare: "Vai ragazzo, compi il tuo dovere!"
Io mi smuovo dall'estasi e mi dirigo con il mio bottino di futuroconcimenaturalesalvamondo verso il cassonetto dell'umido. Il quale cassonetto dell'umido non c'è. Hanno distribuito i kit ma non hanno pensato a cambiare i cassonetti prima di farlo.

Ecco, a Roma funziona così: fanno la nuova metro ma non tutta, fanno indagini ma non fino in fondo, cambiano i vertici corrotti ma non tutti, fanno le ZTL ma non sempre e così via.
A Roma tutto inizia ma niente finisce.


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