martedì, marzo 15

Pedonal trainer



Ognuno di noi nel corso di una vita incontra migliaia di persone. In questa pioggia di nomi, volti, voci, urti è quasi impossibile riuscire a incontrare la propria anima gemella. 
Con questa espressione non mi riferisco solo a qualcuno da amare e da cui essere amati. Parlo anche del compagno di banco a scuola, di quello con cui preparare gli esami all'università, del collega con cui dividere buone e cattive giornate al lavoro o anche del compagno di squadra con cui non serve guardarsi per sapere dove passare la palla.
Oggi finalmente posso dire di aver trovato l'istruttore della mia vita. Ma andiamo con ordine.
Ore 06:16. Suona la sveglia. La spengo in una frazione di secondo perché sono più o meno sveglio. Dovrebbe monitorare per tutta la notte la qualità del mio sonno per svegliarmi al momento giusto e farmi sentire riposato. Diciamo che oggi non ha monitorato bene.
Mi trascino giù dal letto, faccio qualche giro per casa come se non fosse casa mia, sembra quasi che voglia capire dove mi trovo. Finalmente torno in me.
Saltiamo la parte in cui vado al cesso, mangio, mi vesto, prendo il motorino per passare subito a quando arrivo in palestra.
E da qui mandiamo ancora avanti il nastro, non credo che sia rilevante affrontare la fase di vestizione, corrazzione, sudorazione e addominalizzazione.
Stravolto e madido (è un onore usare questa parola: madido. Un po' come turgido. Wow) sto per uscire dalla sala quando lo vedo, in piedi nell'angolo degli istruttori: capelli brizzolati, tutta blu, rughe profonde ai lati del volto. Ma non è tanto questo a colpirmi ma il fatto che tiene un paio di occhiali verde fosforescente a metà strada tra gli occhi e un foglio posato sul ripiano. Ci vede male! Prendo coraggio e mi avvicino. 
Sembra entusiasta che gli abbia rivolto la parola, "Sì figliolo, facciamo 'sta scheda!" mi dice. Mi trascina quasi di peso verso il banco della reception mentre mi dice "Se vuoi ti puoi mettere sul telefonino l'applicativo per gli esercizi". Capito? Telefonino e applicativo...parole soavi di un piccolo mondo antico. Arrivati alla meta mi fissa l'appuntamento per giovedì, di mattina presto.
Mi mette in mano penna e calamaio e un modulo. Mentre lo compilointuttelesueparti (tranne il peso che preferisco fare finta di non ricordare) lo sento parlare con la ragazza: "Io non ce la faccio a stare lì in piedi, mi fa male la schiena, mò mi prendona sedia comoda!".
Trattengo a stento la gioia: è un istruttore orbo e con gli acciacchi. 
A quel punto non riesco più a reprimere l'adrenalina che scorre in me. Salgo in piedi sul bancone e grido:
"Oh capitano mio capitano! Sii la mano che mi guida verso gli attrezzi meno impegnativi! Sii la voce che mi dice pacata "Calma, non forzare, non ti stancare..."! Sii il fulgido esempio di come coniugare coscienza pulita, salute e pigrizia!! Sii il mio maestro, sii la mia fonte di ispirazione! Illumina la mia strada lastricata di dolori lombari verso un moderato rispetto per me stesso! Guidiamo insieme la rivolta delle cazzo di persone normali!
Occupiamo questo cesso di centro sportivo e mettiamo al bando il Maratoneta, quello che sta già correndo quando arrivo e corre ancora quando vado via ma che soprattutto corre almeno a 16 (non sono riuscito a spiare bene). Come può un essere umano correre a 16?!?!? Gettiamo olio bollente su Tuta Rossa, l'istruttore che ti guarda solo se hai le tette ben in mostra e massimo 17 anni, colui che ti lascerebbe morire tra gli attrezzi pur di non staccare gli occhi dal suo riflesso! O dal riflesso delle tette da 17. Estirpiamo come la malerba la Discobola, questo essere mitologico nato dall'accoppiamento tra Hulk e Cicciolina, che solleva più pesi con una scoreggia di quanti ne riesca a sollevare io con l'aiuto di sostanze dopanti!!
Palestra libera siempre!!"
Nel mentre due vecchi e una storpia mi hanno preso sulle spalle e mi portano in trionfo, mentre Coach è scoppiato in lacrime e sta dando fuoco ai computer perché troppo moderni.
Finita l'ebbrezza del momento ci ricomponiamo e disperdiamo questo piccolo gruppo di sediziosi.
Saluto e me ne torno alla mia vita normale, consapevole che anche nei luoghi più oscuri è possibile trovare un briciolo di comprensione e di vecchia sana umanità un po' appesantita ma tutto sommato fiera di esserlo.
Hasta la trippa siempre!



NOTA AGGIUNTA DOPO L'APPUNTAMENTO PER LA SCHEDA.



Le mie speranze si sono infrante davanti al Sergente Maggiore Hartman degli istruttori! Che a guardarlo bene potevo anche cogliere una certa somiglianza.
Altroché sparate sulla liberazione dell'uomo comune e pigro. Mi è venuto a prendere dal tapis roulant per farmi una scheda in cui ogni esercizio è stato reso più faticoso per una scelta sadica e con l'esplicito intento di guardarmi con disprezzo davanti ai miei "non ce la faccio". Uomo anziano mi hai deluso proprio tanto.





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